Hospitality

Hotel Punta Tragara Art Suite

A Capri, la villa che fu della Contessa Enrica Manfredi, oggi parte dell’Hotel 5 stelle lusso Punta Tragara, ritroverà presto un nuovo look con il progetto d’interior anni Quaranta di Giorgia Dennerlein.

Villa Enrica è uno dei tre corpi che forma il lussuoso complesso ricettivo dell’Hotel Punta Tragara dei conti Manfredi a Capri, un belvedere unico con 16 camere intitolate “Mare Sole” che guardano baia e piscina e a cui Giorgia Dennerlein donerà un nuovo sontuoso interior grazie a un complesso lavoro di restyling.

Il “vestito” che l’architetto fondatore di Loto Ad Project ha in mente trova il suo imprinting sartoriale nella hall dell’hotel: guarderà quindi agli anni ’40, quando questa icona modernista progettata da Le Corbusier apriva le porte a personalità come Wiston Churchill.

L’Art Suite sarà riprogettata dall’architetto Giorgia Dennerlein, che conoscendo bene architettura e genius loci ne farà un’estensione del paesaggio circostante. Il mare caprese entra idealmente nella suite attraverso tre arcate, plasma pareti e arredi del proprio colore e movimento, l’acqua diventa un pattern e tutto pare fluttuare e favorire la navigazione verso il massimo comfort.

Un’immersione totale sostenuta da un pavimento in onice venato di azzurro che incontra una striscia di agata blu e racconta di onde che si infrangono sulle rocce, di suggestive grotte marine. La lingua di marmo diventa anche l’elemento nobile e architettonico che taglia in due lo spazio e collega la salle de bains, (chiusa dietro una parete di vetro bacchettato con porte Glass Italia e un mobile divisorio di Seventyonepercent che monta rubinetti serie Venezia by Fantini) con la vasca in resina trasparente blu di Antonio Lupi sulla pedana di fronte alla maxi vetrata, una barca ideale che galleggia senza soluzione di continuità tra interni ed esterni.

Gli anni Sessanta come compasso

Nell’Art Suite si gioca con le superfici, utilizzate per dividere o unire, definire momenti della vita all’interno di questo nido lussuoso di fronte ai faraglioni nella baia di Napoli. In corrispondenza della vasca anche due bubble chair di Eero Aarnio, seduta iconica degli anni Sessanta che funziona da nido sospeso, bolle trasparenti per ritrovare la leggerezza dell’atmosfera marittima e vacanziera.

Arte, architettura e design definiscono un universo privato per sofisticati flaneur, un percorso tra sculture, arredi e pareti che attinge a piene mani dalla stagione del Good Design, pensato per un miglioramento della vita attraverso esperienze che unissero estetica, innovazione e funzionalità. Giorgia Dennerlein le combina perfettamente in un progetto di interior che esalta la creatività, la propria come anche quella di Constantin Brancusi e Giò Ponti, rispettivamente sulla carta da parati edizione limitata “L’atelier di Brancusi” di Casamance, e nelle maioliche per il roof della collezione Blu PontiI prodotte da Francesco de Maio.

L’ambiente è domotico, degno della nautica di ultima generazione, customizzato e reso raffinato e flessibile grazie a un concept che abbatte o fa trasparenti le barriere, libera il mobilio da qualunque vincolo rispetto all’impianto architetturale. Il letto girevole, ad esempio, trova un suo centro nell’open space, è l’isola nell’isola sulla quale impostare la propria rotta rispetto all’orizzonte, fuori e dentro l’Art Suite.
La circolarità degli anni Sessanta è il segno grafico e concettuale che alimenta il senso di gravità,

la forza attrattiva tra forme e materie differenti composte in un abbraccio armonico e sinuoso.
Dall’ingresso fino alle pareti tondeggianti sul limite opposto della stanza, tutto curva, muove e riscalda l’atmosfera. Contribuisce in tal senso la carta tessuto di bouclé in rilievo Curve di Arte e l’installazione a parete nella zona notte, sorta di mantra in grado di rifrangere la luce e stimolare equilibrio e a cui si presta da piedistallo una panca di resina che rimanda ugualmente alla limpidezza dell’acqua.

Il mare come ispirazione

Il Mediterraneo è il filo che si srotola anche nel progetto di outdoor: un piccolo balcone a tasca con arredi Vondom, Baxter e Dedon è l’accesso obbligato per il terrazzo a tetto. Qui, i decori bianchi e blu firmati da Giò Ponti nel 1960 per il Parco dei Principi di Sorrento, diventano mare sotto i piedi anche a questa altezza.

I motivi geometrici e i colori delle ceramiche dialogano con lo skyline, tessono una trama infinita di sfumature di azzurro che incornicerà le serate dei turisti e dei loro ospiti. A loro è dedicata la cucina da esterni di Talenti, dove si potranno degustare i menù esclusivi firmati dallo chef stellato Luigi Lionetti.

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