La casa, un modo per parlare di sé e del contesto storico in cui è stata edificata. Con MUSE, residenza privata di 300 mq nel cuore della capitale, Giorgia Dennerlein soddisfa appieno entrambi gli obiettivi, potendo coniugare, in un unico spazio, la passione per i grandi spazi luminosi, panoramici e l’interesse per l’architettura del ventennio fascista, “tra i più interessanti della storia dell’architettura italiana degli ultimi cento anni”. Progettata da Ugo Luccichenti, noto interprete del razionalismo architettonico, la palazzina che si affaccia su Piazza delle Muse è un esempio interessante della sua cifra stilistica, con i moduli volumetrici e ripetitivi della facciata incastonati nella pilastratura portante e il gioco di rimandi tra campi pieni e vuoti delle maxi vetrate. Un palazzo borghese dove lo sbalzo aggettante dei solai che si nota lungo la facciata e in parte dei prospetti laterali, connota il gusto e un certo linguaggio internazionale.
Ogni piano si compone di 2 appartamenti di 300mq, ciascuno con vani di cubature ampie e luminose, proprio come l’androne che anticipa la monumentale scala elicoidale che sale fino al quarto piano e fa bella mostra dei marmi e delle porte in radica, segni di solidità strutturale.
L’arch. Giorgia Dennerlein, di Loto AD Project, è intervenuta nel rispetto di questa magnificenza, progettando uno spazio che valorizzasse i dettagli, ad esempio gli infissi in ferro e le porte, e intervenendo solo sulla funzionalità termica e sulla parte distributiva per rendere alcuni servizi della casa più attuali e funzionali alle proprie necessità.
I saloni sono percorsi da parquet in rovere originale dell’epoca, mentre il marmo all’ingresso è stato riportato alla sua originaria lucentezza. Le carte da parati vanno a caratterizzare alcune pareti, con altri colori, invece, sono stati esaltati i chiaroscuri che dominano l’atmosfera. I rivestimenti, principalmente velluto e pelle, virano dal grigio al blue e si sposano perfettamente con i mobili, complementi di pregio degli anni ’40 e ’50, cui si accostano alcuni oggetti d’arte originali dal design innovativo e contemporaneo.
Una grande libreria all’ingresso è l’elemento vitruviano dell’intero appartamento, il centro da cui si snoda il resto dello spazio, oltre a significare il perno culturale e sociale della vita familiare che qui s’incontra varcata la soglia.
A parte, si distingue il “vero” living, la zona comfort dove spiccano il divano BRENNO di Edra e il mega schermo, un ambito intimo che favorisce il relax, complici anche forme e colori tenui.
La sala da pranzo è il luogo del convivio, così la carta da parati Wall&Deco è il tocco dell’estro che armonizza l’arredamento, ottenuto sommando varie creatività: il tavolo veneziano anni ‘40 cui girano attorno le sedute MUMMY dei Fratelli Campana, due contenitori degli anni ‘50 in radica e vari altri oggetti di tempi e luoghi lontani.
Il salone maestro, illuminato da vetrate che svelano tutto quanto si dipana dalla Valle del Tevere fino alle pendici del Monte Soratte, si compone di due divani BEAM in velluto blu disegnati dall’arch. Dennerlein, due poltrone GIOCANDA di Promemoria rivestite con un tessuto di Andrew Martin, e del tavolo di Manuela Crotti, “artista eclettica e geniale”. Alcune sculture completano questa galleria di oggetti d’autore.
La casa è il racconto del sincretismo culturale dei proprietari, cittadini del mondo che hanno saputo assimilare ed elaborare differenti culture e stilemi, riuscendo a ottenere continuità tra passato e presente, tra resine e marmi, tra forme nette e morbidi andamenti. Molti i dettagli che cercano un proprio piedistallo, come la vasca in camera da letto posizionata su una pedana in una nicchia profonda, sullo sfondo di pareti rivestite con materiale vinilico intrecciato, illuminato da luci a led. Sempre nella stanza padronale, una grande tenda a tutta altezza nasconde la cabina armadio. “Si può cambiare pelle senza cambiare la sostanza”.

Nome progetto: Muse
Committente: Privato
Anno: 2016

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